Per San Pietroburgo potrei rischiare di fare come per Cuba: aspettare mesi prima di scriverne, per una sorta di ansia da prestazione e perché sto ancora metabolizzando le impressioni.
In realtà non lo farò: sono già qui a parlarne perché in fondo ho diverse cose sulla punta della lingua (anzi delle dita) riguardo questa città, anche se ancora fatico a rispondere alla fatidica domanda: “Allora com’è San Pietroburgo?”, variante di “Allora ti è piaciuta San Pietroburgo?”.
La verità è che San Pietroburgo mi è piaciuta, ma non quanto mi aspettavo.
Forse, appunto, perché avevo aspettative troppo alte, o forse perché tre giorni sono troppo pochi per apprezzarla appieno: non tanto per la quantità di cose da vedere, ma perché tre giorni sono necessari solo per capire come “funziona” la città, come muoversi, come comunicare coi russi (o meglio come “non comunicare” coi russi).
La verità è che abbiamo avuto non poche difficoltà logistiche, ben più che a Cuba, a dirla tutta.
In questo post ho deciso di raccontarvi le mie 12 verità (anche scomode) su San Pietroburgo.
Cominciamo!
1) I russi parlano solo russo
e non hanno la minima attitudine a farsi comprendere. Per dire: il mio fidanzato riesce a comunicare anche coi sassi, ma con i russi non c’è riuscito. Non comprendono e non si sforzano di comprendere, o forse proprio non ci riescono. Non so. Fattosta che è davvero difficile anche solo dare le indicazioni al tassista, e l’inglese può aiutare solo negli hotel e nei ristoranti più moderni (a patto che troviate interlocutori giovani e disponibili).
2) Tutto è scritto in cirillico
Ciò vuol dire che girando per la città non è immediato capire se ci si trova di fronte a un negozio, un ristorante, un cinema o cos’altro, e questo è abbastanza straniante. Anche cercare un luogo sul navigatore è complicato, bisogna sempre fare copincolla con il nome in cirillico e chiedere info, come dicevo sopra, è praticamente impossibile.
3) I taxi sono cari e molto spesso i tassisti si approfittano dei turisti
Non ho provato a prendere la metro a San Pietroburgo (dicono però che sia efficiente), ma in compenso abbiamo utilizzato molto spesso Uber, con tutte le difficoltà del caso perché non avevamo Internet sul cellulare e soprattutto dovevamo inserire i nomi delle vie in cirillico. Inoltre, due volte ci è capitato un episodio strano: la macchina è arrivata ma il driver ci ha detto che aveva chiuso l’ordine. E allora perché era venuto lo stesso a prenderci? In questi casi, capire è impossibile, non resta che affidarsi e sperare che non ci vengano addebitati due pagamenti. Però Uber è decisamente più economico del taxi. Ad esempio: all’andata dall’aeroporto al centro abbiamo preso il taxi spendendo circa il triplo che al ritorno, quando abbiamo preso Uber.
4) Le strade di San Pietroburgo sono immense
a partire dalla Prospettiva Nevsky, la via principale della città che parte da Piazza del Palazzo, dove si affaccia l’Hermitage. Ho cercato speranzosa la magia della celebre canzone di Battiato ma purtroppo non l’ho trovata. Forse è stata una mia pecca, o forse ancora una volta avevo aspettative troppo alte. La Prospettiva Nevsky (Nevsky Prospect) è una strada piena di gente, di locali e negozi, un mix tra corso Buenos Aires a Milano e gli Champs Elysees a Parigi.
5) I monumenti più significativi della città si trovano tutti nei pressi della Prospettiva Nevsky
San Pietroburgo potrebbe essere una città da visitare tranquillamente in tre giorni, almeno per quanto riguarda i monumenti principali del centro, escludendo però i problemi logistici di cui parlavo all’inizio e le difficoltà di approccio alla città. Inoltre, per quanto i principali monumenti si trovino in un’area abbastanza circoscritta, spostarsi da un posto all’altro a piedi è una bella sfacchinata, proprio per l’ampiezza delle strade e gli enormi spazi. A San Pietroburgo non c’è la dimensione del vicolo, della viuzza da esplorare e in cui perdersi, ci sono strade grandi e monumentali in cui camminare spediti. Addirittura i russi, per ovviare al problema, si muovono spessissimo e a tutte le ore con i rollerblade o il monopattino, soprattutto lungo i 4 km e mezzo della Prospettiva Nevsky.
6) L’Hermitage è davvero sconfinato
Da vedere assolutamente in due giorni minimo (noi abbiamo fatto il biglietto valido per due giorni, acquistabile direttamente online sul sito del museo al costo di 23,95 dollari). Una visita mediamente approfondita di tutto il complesso richiede a mio parere circa 10 ore, se poi siete appassionati allora ci vuole molto di più. Però, anche all’Hermitage tutto è scritto in cirillico, con solo alcune tavole tradotte in inglese. Per fortuna le audioguide in italiano le abbiamo trovate! Bellissimi sono gli interni del Palazzo d’Inverno, emblema dello sfarzo e dell’opulenza del periodo zarista in Russia. Per il resto c’è talmente tanto da rischiare una sindrome di Stendhal. Difficile goderne se non a piccole dosi.
7) Da vedere uno spettacolo al Teatro Mariinskij
Noi abbiamo optato per uno spettacolo di balletto, ve lo consiglio (in fondo anche Battiato parlava dei celebri balletti russi!). Potete comprare i biglietti direttamente online sul sito del teatro.
8) Le chiese di San Pietroburgo
Le due principali chiese di San Pietroburgo sono la cattedrale di Sant’Isacco, con la sua maestosa cupola dorata (la chiesa è uno degli edifici a cupola più grandi del mondo), e quella del Salvatore sul Sangue Versato, la più elaborata, iconica e colorata in pieno stile ortodosso.
Entrambe sono molto affascinanti anche all’interno: Sant’Isacco, costruita nella prima metà del 1800, con le spettacolari colonne verdi realizzate con 16.000 kg di malachite (una pietra che è utilizzata anche in alcuni interni del Palazzo d’Inverno e di cui mi sono innamorata), l’altra decorata da 7000 mq di mosaico moderno, variopinto e smaltato, realizzato dai migliori artisti russi a cavallo tra fine 1800 e inizio 1900. La chiesa del Salvatore sul Sangue Versato si chiama ufficialmente Chiesa della Risurrezione di Cristo, ma è conosciuta come chiesa del Salvatore sul Sangue Versato in ricordo dell’attentato in cui fu ucciso lo Zar Alessandro II, avvenuto proprio nella chiesa nel 1881.
Tornando a Sant’Isacco, vi consiglio di non perdervi una visita al colonnato superiore della cattedrale (“Kolonnade” o “Kolonada”), intorno al tamburo della cupola, da cui si ammira tutta la città a 360°.
9) La gita in battello sulla Neva è un’esperienza da fare, ma non vi fate braccare dai promoter in strada
Andate voi direttamente ai battelli e scegliete quelli già in partenza: noi ci siamo fatti fermare lungo la Prospettiva Nevsky da un tipo che ci proponeva il giro in battello in partenza entro 15 minuti, e invece abbiamo aspettato un’ora che la nave si riempisse, perdendo un sacco di tempo prezioso.
10) Le notti bianche sono un’esperienza affascinante
La sera è un dilatarsi senza fine, il sole tramonta verso le 23.30 – mezzanotte e sorge verso le 3.30, ma non è mai del tutto buio. Le persone stanno in giro fino a tardi, sulla Prospettiva Nevsky si vede fino a tardissimo gente di tutti i tipi e su ogni mezzo di trasporto, dai rollerblade al cavallo!
11) La temperatura in giugno a San Pietroburgo è molto buona
Noi siamo stati fortunati e abbiamo trovato un bel sole. Io mi ero portata perlopiù abiti autunnali e praticamente mi sono vestita sempre con le poche cose più leggere che avevo messo in valigia per scrupolo. Di giorno si arrivava anche a 27° e si stava tranquillamente in t-shirt e scarpe aperte, salvo quando si alzava un po’ di vento freddo. Ho notato che i russi utilizzavano moltissimo degli spolverini leggeri, perfetti proprio per quel tipo di clima. La sera faceva più freschino, ma non troppo.
12) La cucina russa
non è decisamente la mia preferita e (apriti cielo!) non amo il caviale, ma cercando si trovano posticini interessanti dove mangiare bene con cucina russa rivisitata o cucina internazionale (ve ne parlerò in un prossimo post).
Per concludere: “Sono soddisfatta del viaggio a San Pietroburgo?” “Sì, come lo sono ogni volta che visito una meta che desideravo vedere da tanto, perché è sempre elettrizzante soddisfare la propria curiosità e aprire il proprio orizzonte un pezzettino in più. Non è però una destinazione che mi ha “risuonato” particolarmente: non me ne sono innamorata né mi ha dato una forte ispirazione, come è accaduto invece in posti come Lisbona o Lanzarote (ma credo che ciò sia dipeso in buona parte anche dalle difficoltà logistiche e dal difficile approccio con i russi).
E voi siete stati a San Pietroburgo? Cosa ne pensate?
Ciao normalmente non inserisco commenti ma in questo caso lo faccio perché sono appena tornata da San Pietroburgo e mi ritrovo molto in quello che hai scritto. Nel senso che era una meta in cui avrei voluto andare da tanto e che, dopo aver visto, mi ha lasciato una certa sensazione amara in bocca. Io ci sono stata 4 giorni e mezzo e ho girato in lungo e in largo. Detto questo:
io leggo il cirillico e spiccico una trentina di parole di russo.. Forse per questo non ho trovato così difficile come te girare e orientarmi nella città.
consiglierei di affidarsi ai mezzi pubblici! La metropolitana é efficiente e tutte le scritte sono anche in inglese. Arrivare in città dall’aeroporto é semplicissimo c’é un bus il 39 che ti lascia alla stazione della metro 2 Moskovskaya e di lì arrivi tranquillamente in centro, il tutto con meno di 100 rubli a testa…(76 per l’esattezza). Noi eravamo due ragazze, abbiamo preso la metro anche di sera (é aperta fino a mezzanotte e mezza circa), senza nessun problema
sono d’accordo sul teatro Marinksii, ci ho visto anche io un balletto. L’Hermitage ? Bello ma secondo me devi scegliere quello che vuoi vedere a seconda dei tuoi interessi se provi a vederlo tutto non ne esci più, ci sono invece altri musei interessanti da non sacrificare per fare 2 giorni all’hermitage, tipo il Museo Russo e la Kukunstsamera
se vai poco fuori dal centro storico vedi un’altra città…e ne vale la pena
Clima: non siamo state così fortunate! Ho sempre messo la roba più pesante che avevo portato..
Quindi perché sono perplessa? A me piace comunicare con le persone quando viaggio, e nei russi ho trovato un muro, più che linguistico in sé, poca voglia di comunicare proprio. Quindi bella città dal punto di vista architettonico e storico, ma mi ha lasciato una sensazione di freddezza.
Ciao Patrizia, grazie mille per il tuo commento! Fa sempre un gran piacere potersi confrontare su una meta comune! Capisco perfettamente le tue sensazioni, io direi che i russi non sono accoglienti e questo, bene o male, si riflette sull’esperienza di viaggio. Sulla metro e sui mezzi non posso dire niente visto che non li ho provati, temevo fosse tutto scritto in cirillico invece a quanto pare no. Per quanto riguarda l’Hermitage sono d’accordo con te, bisogna puntare a vedere quello che ci interessa di più perché tutto richiede tantissimo tempo ed è solo per veri fanatici di arte. Gli altri musei che citi mi attiravano ma dopo l’Hermitage ammetto che ero esaurita, non me la sono sentita di vedere altri musei, peccato! 🙂