Simbiosi tra uomo e natura
La simbiosi tra le bellezze create dall’uomo (in particolare da un uomo: Cesar Manrique) e quelle forgiate dalla mano divina raggiunge a Lanzarote un livello altissimo.
Non a caso quest’isola è una meta molto amata da chi cerca ispirazione artistica o spirituale, o una riconnessione profonda con la natura e con sé stesso.
I colori di Lanzarote e i suoi paesaggi apocalittici e maestosi sembrano fatti apposta per ricordare all’uomo tanto la sua finitezza che la sua connessione con l’universo: il rosso delle Montañas del Fuego, il nero della roccia vulcanica, il turchese e l’azzurro intenso del mare, il verde brillante della poca, ostinata, vegetazione (i cactus, le vigne). È questa la natura bellissima e selvaggia di Lanzarote.
La luce di Lanzarote
E poi la luce: Lanzarote condivide con le altre isole dell’arcipelago delle Canarie il primato di luogo con più ore di luce in Europa. Già questo è un ottimo motivo per andare alle Canarie, ma Lanzarote non è le Canarie, Lanzarote è Lanzarote. Punto.
A differenze delle altre isole dell’arcipelago Lanzarote ha un clima tutto suo: caldissimo per la vicinanza con l’Africa, molto ventilato grazie ai caldi Alisei ma con il cielo sempre un po’ velato. Il caldo è secco, non piove praticamente mai e questo rende quasi sopportabili anche temperature torride. Se siete metereopatici come me non temete: qua il cielo velato, senza essere presagio di pioggia, non provoca nervosismo ma enfatizza l’atmosfera unica del luogo.
Un territorio da preservare
Caratteristiche comuni degli abitanti dell’isola sono gentilezza, educazione e pulizia: consapevoli – retaggio di Manrique – che il turismo è una risorsa, sono sempre disponibili verso i visitatori, professionali e attenti alla salvaguardia del loro territorio.
Lanzarote è stata dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO nel 1993, riconoscimento che ha incentivato i lanzaroteni ad amare, prendersi cura e valorizzare il loro territorio, in una simbiosi tra uomo e natura che è tra le caratteristiche principali di Lanzarote, e che raggiunge la sua apoteosi nelle opere di Cesar Manrique.
Dopo avervi raccontato della Lanzarote degli artisti, vi parlo adesso delle tappe imperdibili per ammirare le bellezze naturali dell’isola.
Parque Nacional de Timanfaya e Montañas del Fuego
Il Parque Nacional de Timanfaya e le Montañas del Fuego sono a livello naturalistico il pezzo forte di Lanzarote: la visita al parco nazionale del vulcano Timanfaya è un’esperienza quasi mistica. Lasciate perdere il giro in dromedario, folcloristico ma nulla più, e andate diretti verso l’ingresso del parco, Islote de Hilario, da dove partono escursioni della durata di circa 45 minuti in pullman attraverso il territorio delle Montañas del Fuego: km e km di lava nera (“malpais”, terra cattiva), rocce vulcaniche scure, nere o rosse, con crepacci e montagne. Il tutto con in sottofondo drammatiche musiche di Wagner e Beethoven. Fu qui che avvennero le terribili eruzioni vulcaniche che sconquassarono l’isola. Il parco fu istituito nel 1974 e si estende su 51 kmq. Proprio nel luogo da dove partono le escursioni in pullman si trova il ristorante “El Diablo” progettato da Manrique.
Lago Verde (Charco de los Clicos)
Un altro tra i luoghi naturali più suggestivi di Lanzarote (anche se in quest’isola sono davvero tanti i posti suggestivi) è il Lago Verde (Charco de los Clicos o Charco Verde), che si trova nella zona di El Golfo, sulla costa sud occidentale dell’isola. Si tratta di una piccola laguna in cui l’acqua del mare che vi si è raccolta si “colora” di verde per la presenza di un particolare tipo di alga: il risultato è un lago dalle incredibili tonalità smeraldine.
Los Hervideros
Letteralmente “i bollori” o “i calderoni”: in questi anfratti di roccia vulcanica tra El Golfo e le Salinas de Janubio le acque dell’Oceano Atlantico s’infiltrano e ribollono. Ci si può addentrare in questo spettacolo della natura grazie ad alcuni cunicoli e terrazzamenti creati ad hoc.
Salinas de Janubio
Arriverete alle saline proseguendo da Los Hervideros verso sud: potrete ammirare una scacchiera di vasche dalle forme geometriche e dai colori cangianti, che vanno dal marrone al rosso, dal grigio al nero, in base ai riflessi del sole. Uno spettacolo che dà il suo meglio al tramonto.
Le spiagge di Punta Papagayo (Costa del Rubicon)
Si arriva a Punta Papagayo, nel sud di Lanzarote, facendo un percorso su strada sterrata e pagando un pedaggio di 3 euro. Qui troverete sette spiagge di sabbia bianca, di cui Playa Papagayo è la più famosa: non ci sono ombrelloni, né altre attrezzature, il mare è incredibilmente turchese e il contrasto con la grande parete di roccia vulcanica è mozzafiato.
I vigneti di Lanzarote
La zona della Geria sorprende con le sue vigne, inaspettatamente coltivate in questo territorio così arido. La coltivazione della vite in questa terra vulcanica meriterebbe un capitolo a parte, ed è il risultato della tenacia dei lanzaroteni, che hanno imparato a coltivarle in delle sorte di pozzi sommersi, ciascuna circondata da particolari muretti in pietra lavica a proteggerla dal vento. Il risultato è che Lanzarote produce ottimi vini, tra i più pregiati delle Canarie, che potrete assaggiare nelle enoteche della zona.
Grotte, cunicoli e teatri sotterranei
Grotte, cunicoli, bolle vulcaniche che la natura ha generato col suo impeto e che l’uomo ha adattato alla sua vita: a Lanzarote tutto questo non manca. La Cueva De Los Verdes, ad Haria, un tratto di tubo lavico nel Tunel de la Atlantida (vicinissima ai Jameos de l’Agua, la prima opera che Cesar Manrique realizzò a Lanzarote). Il colore verde in realtà non c’entra niente: il nome della Cueva deriva da quello di una famiglia di pastori che in tempi precedenti alle eruzioni vulcaniche faceva pascolare le greggi in questo luogo. Grazie alla sua posizione nascosta, Cueva de Los Verdes fu utilizzata come rifugio durante le incursioni dei pirati algerini. Nel 1618 però il segreto trapelò e centinaia di abitanti dell’isola furono fatti prigionieri dai pirati proprio nel luogo dove si erano nascosti fino ad allora. Oggi si può fare un tour guidato di 45 minuti all’interno dei cunicoli della cueva, con suggestive musiche di sottofondo, fino ad arrivare in un auditorium sotterraneo scavato nella pietra dove si tengono concerti e ad un finale con sorpresa…