Da Cagliari a Palermo
A volte l’universo sa essere molto esplicito nel farci intuire i suoi piani, come è successo nel 2002 a Raffaella Saba.
Nata a Senorbì, un paesino in provincia di Cagliari, oggi Raffaella vive con il marito Daniele e il figlio Cesare, sette anni, a Palermo, dove gestisce il bed & breakfast “Piccola Sicilia”.
Ma torniamo al 2002: «Mi stavo laureando a Cagliari quando ho conosciuto il mio futuro marito, siciliano di Palermo. Nel frattempo i miei compagni di università, senza sapere niente di tutto ciò, mi regalarono un viaggio in Sicilia, che io poi ho fatto con lui. E’ stato il mio primo approccio con questa terra».
Segue un fidanzamento a distanza («con tutte le complicazioni del caso: allora non c’era un diretto Cagliari – Palermo e bisognava fare sempre scalo a Roma, o prendere la nave»), durante il quale, quando Daniele andava a trovarla a Cagliari, alloggiavano in un bed & breakfast: «Avevamo fatto amicizia con la proprietaria, era diventata quasi una zia con cui ci confidavamo e che ci diede lo spunto per quella che poi è diventata un’attività: un bed & breakfast».
Così Raffaella nel settembre 2003 si trasferisce a Palermo e nel gennaio 2004 apre il suo bed & breakfast nel cuore della città (Via Tenente Giovanni Ingrao 2).
Una città in gran fermento
I primi tempi a Palermo sono stati traumatici: «Venivo da un piccolo paese e anche se avevo studiato a Cagliari, la differenza tra 300.000 abitanti e un milione si percepiva! L’inizio è stato una bella botta di caos: è stato difficile riuscire ad abituarmi al traffico, al rumore, all’avere un accento diverso. Però in Sicilia ho ritrovato cose che avevo in Sardegna: il buon cibo, il mare, il sole, la disponibilità delle persone».
Dalle parole di Raffaella emerge una Palermo in gran fermento: «Bisogna riconoscere che l’amministrazione comunale ha rilanciato la città in modo notevole: quest’anno è la Capitale Italiana dei Giovani, nel 2018 sarà Capitale Italiana della Cultura, prima ancora c’era stato il riconoscimento come patrimonio Unesco dell’itinerario dell’arte arabo normanna. Senza dimenticare la pedonalizzazione di via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele: all’inizio le persone si lamentano, oggi non si lamenta più nessuno e la pedonalizzazione ha portato benefici a tutti e tanti nuovi negozi aperti».
I consigli di Raffaella a Palermo
«Palermo mi ha conquistata: il calore dei suoi abitanti, il ricco patrimonio storico-culturale, il cibo… Ma ho un luogo del cuore in città, quello in cui vado a rifugiarmi quando ho bisogno di ispirazione, di calma e di riprendere le fila della mia vita. Si tratta della Zisa, un palazzo in stile arabo-normanno con un giardino ricostruito come era una volta. Passeggio lungo i viali, ammiro quello che erroneamente chiamano castello, e mi sento subito bene. – dice Raffaella – Come ristoranti, ai miei ospiti consiglio “I Manciatari”, locale tipico che si trova a due minuti a piedi dal nostro b & b (via Filippo Juvara 1) e “Mercede“, un ristorante che cucina dell’ottimo pesce (via Pignatelli Aragona 52)».
Da non perdere anche un giro con Streaty, il tour dello street food a Palermo: «Una passeggiata attraverso i mercati, assaggiando cibi tipici in compagnia di ragazzi che alcuni anni fa si sono inventati questo lavoro. Mi piace l’effervescenza di molti giovani in questa città, che anziché emigrare si inventano qualcosa per rimanere nella loro terra», racconta Raffaella.
Sicilia imperdibile: i luoghi del cuore di Raffaella
Oltre a Palermo, in Sicilia Raffaella ha due luoghi del cuore: «Il primo è Erice, un piccolo borgo arroccato sopra Trapani, consigliato perché sembra di passeggiare in un luogo fuori dal tempo ma ricco di storia. Dal belvedere si ammira l’infinito! Se siete con i bimbi, non perdetevi il museo delle tradizioni popolari e una visita al parco gioco di fronte al Castello di Venere. Se siete dei gran golosoni, la cassatella al forno di Maria Grammatico saprà conquistarvi».
L’altro luogo è Segesta: «Il suo tempio ben tenuto e il teatro con vista sulla vallata sono luoghi imperdibili. Se poi avete modo e tempo di trascorrere nei dintorni qualche giorno, è consigliata una capatina alle terme libere (o a pagamento). Vi rimetterà in forma, dandovi la grinta per affrontare le prossime tappe isolane».
Educare alla bellezza
«Con mio figlio sto cercando di fare questo: fargli conoscere certi monumenti di Palermo raccontandoli a mò di fiaba, stimolando la sua curiosità. – racconta Raffaella – Una volta stavamo passeggiando in corso Vittorio Emanuele e mio figlio, che allora aveva 6 anni, vide delle persone sui tetti della cattedrale e volle andarci anche lui. Una volta saliti, lui guarda la città dall’alto e dice: mamma, certo che Palermo è davvero bellissima! Ecco, quando penso a quell’episodio penso che sono – siamo – sulla buona strada, se già da piccoli si instilla in loro il gusto della bellezza».
[Tutte le immagini di questo post sono di Raffaella Saba]